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TRIDENTE D’ORO: TRADIZIONE E INNOVAZIONE DELLA SUBACQUEA
Questo mese, l’Accademia onorerà esploratori, educatori e tecnologi subacquei con il prestigioso premio Golden Trident. Chiamato per l’ambita arma del Re Pescatore nella leggenda di Re Artù, il Tridente d’Oro premia coloro che hanno dato un contributo significativo al mondo sottomarino. Qui, esploriamo l’eredità del premio, prima attraverso il tuffo di Andrea Murdock Alpini nella sua storia, poi attraverso un’intervista al presidente dell’accademia Paolo Ferraro da parte del capo di InDEPTH ed ex vincitore del premio, Michael Menduno.
di Andrea Murdock Alpini, traduzione Vincenza “Mozzo” Croce. Immagini per gentile concessione dell’ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI SCIENZE E TECNICHE SUBACQUEE.
Vedi la storia di accompagnamento (sotto): Qualche parola con il presidente dell’Accademia Paolo Ferraro di Michael Menduno.
Here is the story in English: Tridente D’Oro: Underwater Tradition and Innovation
Il Mar Mediterraneo è una culla della civiltà occidentale, e l’Italia e la Francia sono archivi di storia dell’ immersione.
Anni Cinquanta, l’Europa sta risorgendo dalla Seconda Guerra Mondiale, l’economia cresce e la popolazione inizia a frequentare le coste per finalità ludiche. Non soltanto spiaggia ma anche pesca subacquea.
Uomini armati di fucile subacqueo si spingono sempre più in profondità, in apnea prima e con le bombole poi per cacciare pesci, coralli, spugne, anfore e resti di relitti.
Le tecnologie militari utilizzate durante la guerra vengono semplificate e trasformate in oggetti di uso comune da immettere sul nascente mercato dell’attività subacquea.
In Francia è Marsiglia la città rivoluzionaria per le tecniche subacquee grazie alla presenza del Comandante Jacques-Yves Cousteau e della sua nave Calypso, in Italia è invece Genova la città in cui si creano idee, attrezzature e si forgiano i subacquei di domani, pescatori prima e creatori di scuole didattiche poi. Sono Luigi Ferraro, Duilio Marcante ed Egidio Cressi i precurosi dei tempi che rivoluzionarono la subacquea.
In Francia, Marsiglia è stata una fucina di tecniche subacquee rivoluzionarie, grazie alla presenza del comandante Jacques-Yves Cousteau e della sua nave Calypso.
A Genova, in Italia, innovatori hanno sviluppato idee e attrezzature e i subacquei di domani sono stati forgiati prima come pescatori e poi come creatori di scuole educative. Luigi Ferraro, Duilio Marcante ed Egidio Cressi furono i pionieri che avrebbero rivoluzionato le immersioni.
È il 1959 e in Francia nasce la C.M.A.S. ovvero la prima Confederazione Mondiale di Attività Subacquee nata da una costola della C.I.P.S., la Confederazione Mondiale della Pesca Sportiva: l’attività subacquea nasce come esigenza di estendere i propri limiti di permanenza in profondità.
Il primo presidente della C.M.A.S. è stato il berretto rosso J.Y. Cousteau affiancato dal primo Vice Presidente e Presidente del Comitato Sportivo Comandante Luigi Ferraro: eroe di guerra ricordato oltre che gli affondamenti nel naviglio nemico nel 1943 a Iskenderun per essere stato il fondatore dell’azienda subacquea Technisub che sponsorizzerà inoltre la prima spedizione italiana sul relitto dell’Andrea Doria, capitanata da due futuri Tridente d’oro: il regista Bruno Vailati (1967) e lo scrittore-esploratore Stefano Carletti (1968) autore del famoso libro Andrea Doria -74.
Il Tridente d’Oro
Nel 1959 dalle migliori menti culturali italiane nascerà la Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee, luogo in cui far incontrare fotografi, cineoperatori, aziende del settore, subacquei, recordman, campioni, scrittori, medici e progettisti. La Rassegna termina con il conferimento dell’ambito Premio denominato Tridente d’Oro, riconoscimento consegnato nelle mani di personalità spiccanti nell’ambito della subacquea nazionale e internazionale.
Sono istituite quattro categorie:
I) Attività scientifiche
II) Attività Didattiche, Divulgative, Artistiche e Ricreative
III) Attività Tecniche, Tecnologiche, Iperbariche
IV) Attività Esplorative e Sportive
Il Tridente d’Oro ben presto acquista fama e viene comunemente appellato come il “Nobel della subacquea”, il Premio si lega al mare ma anche all’isola di Ustica, in Sicilia. Questo rapporto con la piccola isola siciliana è il sodalizio alla base del Tridente d’Oro voluto da Lucio Messina.
Dell’isola divengono cittadini onorari tutti i premiati e sull’isola avvengono tutte le cerimonie di conferimento dell’ambito Premio, fino al 2008 quando la cerimonia diviene itinerante: nel 2009/10 si tiene ad Anzio sul litorale vicino a Roma, dal 2011 al 2013 a Genova, l’anno seguente nel 2014 la cerimonia si tiene all’Università Alma Mater di Bologna, occasione in cui sarà premiato anche il dr. Marroni fondatore del DAN Europe.
Nel 2015 il Tridente d’Oro torna in Sicilia, a Palermo, presso la prestigiosa sede del Regio Arsenale, mentre dal 2016 la cerimonia di consegna del Premio si svolge in occasione dell’EUDI SHOW, la fiera internazionale della subacquea che si svolge annualmente a Bologna.
Ogni persona premiata acquisisce il titolo di Accademico ed entra a far parte della prestigiosa Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee.
L’A.I.S.T. è riconosciuta internazionalmente dall’UNESCO’s Réseau des Accademies Méditerranéens, inoltre l’Accademia fa parte dell’advisory board of the research project Cognitive Robots for Cooperation with Divers in Marine Environments, ente fondato dall’Unione Europea.
I Premiati nel corso degli anni
L’Accademia, da quando è stato fondato il Premio negli anni Sessanta ha premiato oltre duecento personalità di spicco.
Tra loro ci sono alcuni importanti nomi internazionali come il visionario Walt Disney (1960), il pioniere fotografo e documentarista austriaco Hans Hass (1960), il francese Jacques Dumas (1968) fondatore della C.M.A.S. e poi ancora l’oceanografa statunitense Sylvia Earle (2017).
Moltissimi sono i nomi internazionali che andrebbero ricordati: “i miti e le leggende”, nelle parole di Fabio Ruberti, fondatore di IANTD Italia, Accademico e attuale Vice Presidente.
Tra questi ci sono “J. Y. Cousteau (1961), Luigi Ferraro (1962), Enzo Maiorca (1964), Albert Falco (1964), Jacques Mayol (1971) e poi ancora George Bass (1964), Peter Throckmorton (1964), Honor Frost (1985), Sebastiano Tusa (2004), Ehud Galili (2015).
Da non dimenticare gli importantisismi premi conferiti a Folco Quilici (1960), Gianni Roghi (1960) e Duilio Marcante (1963) ma anche a Faustolo Rambelli (2000) fondatore dell’ Historical Diving Society Italy e allo scrittore e ricercatore subacqueo Andrea Ghisotti (2003), al campione di apnea Andrea Pellizzari (2011), a Giorgio Caramanna (2018) attuale membro del Board direttivo e infine dell’attuale Direttore dell’Accademia: Edoardo Pavia (2017) esploratore subacqueo.
Altri famosi esploratori subacquei che hanno ricevuto il Tridente d’Oro sono l’americano Ronald Benjamin Linsky (1971); l’esperto di grotte statunitense Jim Bowden e lo svizzero Oliver Isler, entrambi premiati nello stesso anno (2011); lo speleologo italiano Luigi Casati (2018); e il ricercatore ed esploratore delle profondità marine Guide Gay (1985), che ha scoperto il relitto della Corazzata Roma.
Esploratori degni di nota
L’icona della subacquea americana moderna, fondatore dell’agenzia didattica Global Underwater Explorers (GUE) Jarrod Jablonski ha ricevuto il Tridente d’Oro nel 2015. Quando gli è stato chiesto di spiegare cosa significasse esplorazione, ha risposto:
Per me, l’impulso principale nell’evoluzione umana è stata la nostra insaziabile curiosità e desiderio di esplorare il mondo in cui viviamo, e la mia è sempre stata una personalità follemente curiosa. Scoprire il mondo subacqueo è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita e mi ha permesso di accedere a un mondo completamente nuovo pieno di avventure uniche. Ciò è particolarmente vero mentre sto esplorando nuove grotte o trovando nuovi relitti, perché è qui che sento un legame unico con la nostra storia di esseri umani su questo antico pianeta.
Forse le esperienze più spirituali della mia vita hanno avuto luogo a migliaia di chilometri in una grotta mentre esploravo un luogo in cui nessun cuore umano ha mai battuto. In quei momenti, sento un senso di connessione e appagamento che nessuna parola può descrivere correttamente.
Nel 2021, Michele Geraci, un recordman italiano di immersioni subacquee e responsabile italiano dell’attività sportiva olimpica nel settore dell’apnea, quando ha ricevuto il Tridente d’Oro ha detto:
Il mio contributo, insieme a quello di alcuni colleghi, è stato importante per comunicare al IOC (Comitato Olimpico Internazionale) che stiamo lavorando in sicurezza, nonostante le grandi profondità raggiunte.
Questo è l’inizio del sogno olimpico per l’apnea.
L’Accademia ha riconosciuto il suo impegno per lo “sviluppo di un’intensa attività atletica, educativa e professionale” oltre ad essere un “riferimento nel settore per competenze, preparazione e affidabilità “.
La consegna dell’ambita statuetta è un quindi da vedersi come legame di continuità tra i pionieri come Duilio Marcante e gli innovatori subacquei contemporanei.
Innovatori medici
Immancabili anche i nomi internazionali dei medici che si sono applicati allo studio della teoria e della fisiologia della decompressione. Il loro ruolo è stato fondamentale per l’accrescimento dell’attività subacquea a livello globale.
I primi medici a ricevere il Premio furono lo svizzero Hannes Keller e il francese Jacques Piccard (1961), seguiti l’anno successivo dall’italiano Roberto Galeazzi, inventore tra l’altro di alcune camere iperbariche mobili (1962). Albert Buhlmann, il cui nome non ha bisogno di presentazioni, è stato riconosciuto come Accademico nel 1991.
Nel 2009 è stato premiato il dr. Pasquale Longobardi, Presidente uscente dell’Accademia. Recentemente ha parlato del Premio e del suo rapporto con la medicina subacquea:
La medicina subacquea è in fase di rivoluzione. Il concetto di una bolla che ostruisce il flusso del sangue è vecchio, superato, di conseguenza i software basati sul reduced bubble gradient model sono da rivalutare. In realtà ogni subacqueo risponde in maniera personale/individuale allo stress decompressivo. Pertanto, la ricerca medica è attualmente orientata alla misurazione di markers dell’infiammazione. Al momento si preferiscono modelli che consentano la più breve decompressione ragionevolmente possibili con gradient factor settati sulle caratteristiche specifiche del subacqueo. L’Accademia è il faro che illumina il percorso dei giovani ricercatori.
Nel 2013 il Tridente d’Oro è conferito a Giorgio Odaglia, inventore della famosa manovra di compensazione, la versione italiana della tecnica di compensazione di Frenzel.
Nel 2014 il dr. Alessandro Marroni ha ricevuto il Tridente d’Oro, descrivendo il suo lavoro come segue:
Provo a descrivere in poche parole il senso e la centralità del mio lavoro e degli sviluppi della mia professione da 51 anni a questa parte, quando ho iniziato. Onestamente la mia ricerca non è legata solamente agli studi sulla decompressione, ma all’interezza del rapporto uomo-fisiologia e uomo-patofisiologia che in instaura nel mondo subacqueo. Mi interessa studiare i meccanismi adattivi agli ambienti estremi, dove la vita umana non sarebbe possibile, declinando gli studi al mondo sommerso. La decompressione è soltanto una delle moltissime sfide umane che si manifestano durante un’immersione, cosi come trattenere il respiro oppure le tecniche di respirazione subacquea. Gli studi più recenti dimostrano come la risposta alla decompressione potrebbe essere influenzata dagli aspetti propri dell’individuo e dal rapporto con l’ambiente circostante, questo rapporto condizionerebbe l’assorbimento e il rilascio dei gas stessi in funzione dei fenomeni legati alle leggi della fisica.
Il futuro dell’Accademia
Nel 2011, Paolo Ferraro, imprenditore dell’industria subacquea, ha ricevuto il Tridente d’Oro e undici anni dopo è diventato Presidente dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee.
Sempre nello stesso anno riceve il premio Fabio Ruberti, attuale Vice Presidente operativo che spiega così la sua visione sul futuro dell’Accademia:
Come indica il suo nome completo, l’ Accademia ha avuto una presenza internazionale fin dalla sua nascita, basti citare i nomi di alcuni famosi primi membri, come Cousteau, Hass, Picard, Throckmorton e molti altri con lo stesso alto profilo professionale nell’ambito delle immersioni.
Ora, il compito del nuovo Consiglio è quello di identificare e selezionare nuovi membri a livello internazionale che siano dello stesso livello ed eccellenza dei loro predecessori nei vari campi delle immersioni. Un altro compito altrettanto importante sarà quello di diffondere la conoscenza dell’Accademia tra il pubblico internazionale delle immersioni e coloro che sono appassionati di ricerca ed esplorazione subacquea. I premi consegnati dall’Accademia sono di due tipologie:
Il Tridente d’Oro, destinato alle persone fisiche e l’Academy Award che invece è destinato alle aziende che si distinguono nel settore della subacquea.
Il futuro della subacquea è tutto da scrivere.
Tecniche, tecnologie, capacità di adattamento, innovazione e tradizione ma soprattutto saper comunicare il senso che animava i pionieri senza tradire lo sguardo sul futuro. I nuovi Accademici dovranno essere un esempio per le generazioni future in grado di far crescere e diffondere la comunità subacquea, migliorandola.
Incontro e intervista con Paolo Ferraro, Presidente dell’Accademia.
di Michael Menduno
Paolo Ferraro ha ricevuto il Tridente d’Oro pochi anni dopo essersi congedato da presidente di Technisub, azienda in cui aveva prestato servizio per venticinque anni. Suo padre Luigi, fu un pioniere della Guerra sottomarina italiana che si distinse soprattutto per il suo operato di commando “uomini rana” nella Decima Flottiglia MAS. Nel dopoguerra Ferraro si mise a lavorare come direttore tecnico per la Cressi Sub, dove inventò la maschera Pinocchio, la prima maschera con un nasello in gomma per aiutare la compensazione (1952) e le pinne Rondine. Lasciò la Cressi dopo sedici anni di lavoro per fondare la sua azienda: Technisub di cui ne fu presidente fino al 1982, anno in cui subentrò Paolo.
All’inizio di quest’anno (2022), il capo redattore di InDEPTH Magazine Michael Menduno, già vincitore del Premio, ha incontrato Paolo Ferraro per parlare dell’Accademia e del futuro del Tridente d’Oro.
Michael Menduno: Paolo, sono stato enormemente onorato di ricevere il Tridente d’Oro lo scorso anno! Grazie mille!
Paolo Ferraro: Grazie. Dopo aver valutato il tuo curriculum, il Consiglio dell’Accademia ti ha ritenuto meritevole di ricevere questo riconoscimento nella categoria Educational, Outreach, Artistic and Recreational.
Mi risulta che l’Accademia consegnerà nuovi Tridente d’Oro. Un paio di miei amici riceveranno un Premio: lo speleologo inglese Sir Rick Stanton è uno di questi. Rick è stato, ovviamente, determinante nel salvataggio dei razzi intrappolati nella grotta in Thailandia e l’altro è JP Imbert, un ingegnere della decompressione che ha lavorato sia con l’industria commerciale che con i subacquei tecnici. È meraviglioso perché entrambi hanno un corpus di lavoro incredibile.
Parlami del tuo processo di selezione: come identifichi i tuoi candidati per il Tridente d’Oro?
Invitiamo gli Accademici esistenti, i vincitori dei Tridenti d’Oro, a individuare persone che ritengono meritino il Tridente d’Oro. Tuttavia, a volte un individuo degno diventa appena visibile. Ad esempio, abbiamo un sogno di lunga data per conferire un Tridente a James Cameron. Ha fatto molto per far conoscere al pubblico il mondo delle immersioni.
È sulla vostra lista?
Sì, lui e altri. Una volta che abbiamo una serie di candidati, il Consiglio di Amministrazione si riunisce e considera le vite e i risultati dei candidati. La sfida consiste nel non concentrarsi su un unico campo di impresa. Come sai, l’Accademia si concentra su aree scientifiche, tecniche, artistiche, culturali, educative e sportive. Quindi, quando il Consiglio di Amministrazione si riunisce per selezionare le persone, cerchiamo di avere un mix equilibrato delle diverse scienze. Riconosciamo e premiamo anche le Aziende meritevoli.
So che hai ricevuto il Tridente d’Oro nel 2011 e da allora sei stato coinvolto nell’Accademia, e l’anno scorso sei stato eletto Presidente dell’Accademia.
Paolo Ferraro:
Esatto. Nel 2011, l’Accademia si trovava in una posizione molto difficile.
C’erano poche persone coinvolte, problemi di bilancio e organizzativi, e stavo giusto lasciando la mia attività. Ero stato presidente di Techisub per 26 anni, quindi avevo una certa esperienza nella gestione di un’attività. E dissi loro: “Cercherò di aiutarvi”. Mi dissero: “Vai avanti, ci fidiamo di te”. E così, ho cercato di riorganizzare l’Accademia. Il primo compito era quello di trovare i soldi. Questo è il problema principale dell’Accademia che sopravvive sulle quote associative annuali.
È la principale fonte di reddito dell’Accademia?
Al momento, sì, questo è la principale entrata. Tuttavia, riceviamo anche finanziamenti da privati, aziende e talvolta da organizzazioni governative. Dipende. È difficile, perché le Organizzazioni pubbliche non hanno molte risorse al momento. Le cose sono difficili anche nel settore privato in questo momento, anche se abbiamo ricevuto un po’ di soldi dagli appaltatori di lavori subacquei, ma c’è molta concorrenza per ricevere i fondi di finanziamento. Ho cercato di aiutare l’Accademia a crescere negli ultimi dieci anni e di organizzarla in modo professionale e continuerò a farlo.
Mi risulta che l’Accademia tenga di solito le sue cerimonie di premiazione in concomitanza con l’annuale Manifestazione Subacquea Europea, l’European Dive Show (EUDI) a Bologna, Italia.
Sì. Purtroppo, come sapete, abbiamo dovuto cancellare le premiazioni dell’EUDI l’anno scorso a causa del Covid e le abbiamo invece tenute online. È interessante notare che, invece di avere cinquecento persone nella sala di Bologna, ne abbiamo avute cinquemila durante la premiazione online su Zoom. È stato un ottimo risultato.
È stato fantastico! In futuro terrete cerimonie di premiazione virtuali o ibride come questa?
Sì, lo speriamo. Internet ci consente di raggiungere un pubblico internazionale molto più ampio e questo è ciò che stiamo cercando di fare. Questo autunno, naturalmente, abbiamo deciso di presentare i premi alla mostra di Trieste, perché non eravamo sicuri di cosa sarebbe successo all’EUDI all’inizio del 2022. Trieste è un buon posto per noi. L’anima dell’Accademia è la scienza e le tecniche e Trieste è la città europea con il maggior numero di ricercatori pro capite e con una delle maggiori concentrazioni di istituzioni scientifiche in Italia. Le autorità lì sono interessate e sensibili alla nostra missione. D’ora in avanti l’Accademia organizzerà ogni anno una Rassegna a Trieste con alcuni conferimenti e poi diverse conferenze saranno presentate all’Eudi (come fatto nel 2022), in quell’occasione saranno effettuati altri conferimenti di Tridente d’Oro. EUDI SHOW è una delle più importanti esposizioni subacquee in Europa.
Vedo che i vostri Tridenti terranno una serie di conferenze sull’archeologia subacquea, l’oceanografia e il cambiamento climatico alla prossima mostra di Trieste, simile a quello che fa di solito l’Accademia al salone dell’EUDI.
Sì. All’ultimo EUDI show (2022) sono stati organizzati cinque seminari da cinque Tridenti d’Oro. Sono tutti ora sul sito dell’Accademia. Il sito è bilingue, in italiano e inglese. Faremo qualcosa di simile con le conferenze di Trieste.
È meraviglioso! E avere il sito in inglese e italiano dovrebbe rendere più facile accedere per più persone.
È assolutamente necessario per noi perché abbiamo molti Tridenti d’Oro sia in Francia che nel Regno Unito. Stiamo pensando di organizzare una sorta di Accademia sussidiaria in Francia e nel Regno Unito, perché in Francia abbiamo circa trenta Tridenti d’Oro e ben otto o dieci nel Regno Unito. Potremmo anche fare qualcosa negli Stati Uniti in futuro per aumentare lì la consapevolezza e l’importanza del Premio.
In quali altre attività, al di fuori della concessione di Premi e dell’organizzazione di congressi, è stata coinvolta l’Accademia?
Ci siamo buttati in una battaglia e abbiamo perso. Vi ricordate quando c’è stato il naufragio della Costa Concordia circa un decennio fa nei pressi dell’isola del Giglio in Italia? C’è stata un’operazione enorme per recuperare il relitto. Per sollevarlo in superficie, le autorità hanno costruito sei piattaforme giganti delle dimensioni di un campo da calcio. Il piano era quello di mettere il relitto su una piattaforma e trainarlo verso un sito di demolizione a Genova. Dicemmo: “Lasciate le piattaforme sul fondo del mare; non distruggetele. Sarebbero diventate un ottimo sito di immersione.”
Ho contattato il sindaco dell’isola del Giglio ed era entusiasta. Tuttavia, il Ministero ha detto che tutto doveva essere rimosso dai fondali marini. Ci abbiamo provato e abbiamo fallito. Ora stiamo cercando navi che possano essere affondate e rese disponibili per le immersioni. L’Italia ha 6000 km di costa. Alcune parti del territorio sono eccellenti per le immersioni; ci sono relitti, corallo e bellissimi fondali, ma altre zone hanno poco da offrire: solo sabbia e fango.
Quindi l’Accademia vuole creare dei fondali con relitti artificiali.
Sì, esatto. La Marina italiana, per esempio, ha attualmente ventotto navi che sono fuori servizio. Perché non affondarle? Creerebbe nuovi siti di immersione e attività e avrebbe un effetto biologico positivo, riportando la vita sulla nave. Tuttavia, qui in Europa è una questione politica. La preoccupazione è costituita da potenziali materiali tossici che possano riversarsi nell’ambiente. Possiamo ripulire i relitti, rimuovere qualsiasi sostanza chimica, e poi affondarli per creare vantaggi all’economia locale. L’Accademia si sta impegnando in questa direzione. La burocrazia europea ha alcune idee fisse ed è lenta a cambiare, ma non abbiamo perso la speranza di riuscirci.
È una causa degna che potrebbe avvantaggiare le economie locali, la comunità subacquea e l’ambiente. Sembra una vittoria per tutti.
Assolutamente.
Sai, vicino a Genova abbiamo il principale relitto del Mediterraneo, l’Haven. È il più grande relitto del Mediterraneo, una petroliera. Ci sono almeno dieci centri di immersione che portano i sub a questo relitto. Lavorano tutto l’anno e arrivano subacquei tecnici dalla Germania, dalla Scandinavia, dal Regno Unito, dall’Olanda, insomma da tutta Europa. Vogliamo creare opportunità simili nel mare Adriatico, per esempio.
All’inizio di quest’anno abbiamo pubblicato una storia sulla Haven scritta uno dei nostri collaboratori belgi. Paolo, sei appena stato eletto presidente dell’Accademia. Hai un nuovo Consiglio di Amministrazione che include un paio di miei amici; il proprietario della IANTD Italia Fabio Ruberti e l’esploratore italiano Edoardo Pavia. Capisco che tu e la tua nuova squadra volete portare l’Accademia in una nuova direzione.
Sì, nonostante il fatto che abbiamo oltre duecento Tridenti d’Oro nella nostra storia, i Tridente oggi vivi non sono più di cento, molti Tridente del passato sono scomparsi, deceduti. Così, l’Accademia sta gradualmente diventando sempre più piccola, perché i nuovi Accademici non sono sufficienti a sostituire quelli che se ne vanno. La nostra idea è quella di aprire l’Accademia a un più ampio spettro di persone rilevanti nella comunità subacquea. Fino ad ora, per appartenere all’Accademia, dovevi aver ricevuto un Tridente d’Oro. Noi vogliamo invece aprire l’Accademia ai migliori medici, ai migliori biologi, ai migliori archeologi, ai migliori educatori ecc. Abbiamo pensato di creare un comitato di esperti per identificare le figure migliori e poi invitarle ad unirsi all’Accademia. Il nostro obiettivo è quello di avere un’Accademia, non di cinquanta-cento persone ma piuttosto di duecento o forse trecento persone. Non tutti, ma i migliori, una volta all’anno, saranno selezionati tra gli Accademici per ricevere il Tridente d’Oro.
Sembra un po’ come il modello Explorer Club. In bocca al lupo per questo. Un’ultima domanda prima di andare. Cosa vorresti che i nostri lettori sapessero dell’Accademia e del Tridente d’Oro?
Siamo orgogliosi di portare avanti una tradizione che ha più di sessant’anni. È una grande responsabilità e cerchiamo di fare del nostro meglio.
Gracie Paolo!
Past recipients:
VISIONARI SUBACQUEI:
1960 WALT DISNEY – USA
1960 HANS HASS – AUSTRIA – PIONIERE NELLA RIPRESA E NELLA FOTOGRAFIA SUBACQUEA
1968 JACQUES DUMAS – FRANCIA – FONDATORE DEL CMAS
2017 SYLVIA EARLE – USA
ITALIANI d’ELITE
1960 FOLCO QUILICI
1960 GIANNI ROGHI
1962 LUIGI FERRARO
1963 DUILIO MARCANTE
1964 ENZO MAIORCA
1967 BRUNO VAILATI (REGISTA ANDREA DORIA -74)
1968 STEFANO CARLETTI (AUTORE DEL LIBRO ANDREA DORIA -74)
1969 MASSIMO SCARPATI
1983 PIPPO CAPPELLANO – DOCUMENTARISTA
2000 FAUSTOLO RAMBELLI (FONDATORE DELLA STORICA SOCIETÀ IMMERSIONI, ITALIA)
2003 ANDREA GHISOTTI (GIORNALISTA SUBACQUEO)
2004 ROBERTO RINALDI – CINEOPERATORE SUBACQUEO
2006 GIANLUCA GENONI – RECORD DI APNEA
2011 PAOLO FERRARO PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA, FIGLIO DI LUIGI FERRARO
2011 UMBERTO PELIZZARI – RECORD DI APNEA
2016 LUISA CAVALLO – DIRIGENTE POLIZIA DI STATO
2017 EDOARDO PAVIA – MEMBRO DELLA BOARD ACADEMY
2018 CARAMANNA GIORGIO – MEMBRO DELLA BOARD ACADEMY
2019 ALESSIA ZECCHINI – RECORD DI APNEA
2019 ANDREA MUCEDOLA – DIRETTORE RESPONSABILE OCEAN4FUTURE
2021 FABIO RUBERTI – MEMBRO DELLA BOARD ACADEMY
2021 ROMANO BARLUZZI – GIORNALISTA
2021 MESCALCHIN PIERO – VIDEO REPORTER
ESPLORATORI SUBACQUEI
1961 J. Y. COSTEAU – FRANCIA
1971 RONALD BENJAMIN LINSKY – USA
1971 JACQUES MAYOL – FRANCIA
1985 GUIDO GAY – ITALIA
2004 SEBASTIANO TUSA – ITALIA
2011 OLIVIER ISLER – SVIZZERA
2012 JIM BOWDEN – USA
2015 JARROD JABLONSKI – USA
2018 LUIGI CASATI – ITALIA
MEDICINA e DECOMPRESSIONE
1961 HANNES KELLER – SVIZZERA
1961 JACQUES PICCARD – SVIZZERA
1962 ROBERTO GALEAZZI – ITALIA
1991 ALBERT BUHLMANN – SVIZZERA
2009 PASQUALE LONGOBARDI – ITALIA
2013 GIORGIO ODAGLIA – ITALIA
2014 ALESSANDRO MARRONI – ITALIA
Risorse supplementari
Sito web: ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI SCIENZE E TECNICHE SUBACQUEE
Facebook: (video) Award Ceremony
Andrea Murdock Alpini è un TDI e PSAI technical trimix and advanced wreck-overhead and full cave instructor con sede in Italia. È affascinato da relitti profondi, ricerche storiche, studi di decompressione, grotte, riprese e scrittura. Ha conseguito un Master in Architettura e un MBA (Master in Business Administration) in Economia per le Arti. Andrea è anche il fondatore di PHY Diving Equipment. La sua vita ruota intorno all’insegnamento delle immersioni subacquee a circuito aperto, alla conduzione di spedizioni, allo sviluppo di attrezzature e alla scrittura di saggi sulla sua filosofia di immersione su relitto e in grotta. Ha pubblicato il suo primo libro, Deep Blue: storie di relitti e luoghi insoliti (2018) e IMMERSIONI SELVAGGE, il nuovo è in arrivo, con uscita nell’autunno 2022.
Redattore continuativo per la rivista X-Ray, è socio di SIMSI (Società Italiana Medicina Subacquea Iperbarica) e membro del Consiglio dell’ Historical Diving Society Italia (HDSI).
Michael Menduno/M2 è il redattore capo di InDepth e un giornalista e tecnologo pluripremiato che ha scritto di tecnologia subacquea per più di 30 anni. Ha coniato il termine “immersioni tecniche”. La sua rivista “aquaCORPS: The Journal for Technical Diving” (1990-1996) ha contribuito a introdurre la tecnologia nelle immersioni sportive tradizionali e ha prodotto il primo tek. Conferences e Rebreather Forums 1.0 & 2.0. Oltre a InDepth, Menduno lavora come redattore/reporter per la rivista Alert Diver di DAN Europe, come redattore collaborativo per la rivista X-Ray, e scrive per DeeperBlue.com. Fa parte del consiglio della Historical Diving Society (USA) e del Rebreather Training Council.